venerdì 23 novembre 2012

Lentamente muore (Ode alla vita) - Martha Medeiros


Lentamente muore
chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente
chi fa della televisione il suo guru.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle "i"
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo
quando è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza
per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita,
di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore
chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in sé stesso.

Muore lentamente
chi distrugge l'amor proprio,
chi non si lascia aiutare
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore
chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce
o non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.

Soltanto l'ardente pazienza
porterà al raggiungimento di una splendida felicità.

giovedì 22 novembre 2012

QCNC (Quelli Che Non Corrono)


Quelli Che Non Corrono…
(Da www.runnerds.it)
  • Non commettono mai due volte l’errore di chiederti “Allora, come va con la corsa?”
  • Non capiscono proprio cosa ci sia di così intrigante nell’uscire sotto la pioggia
  • Non si capacitano di come sia possibile correre ad agosto con 35°C (“Vabbè ma corri anche con questo caldo?”)
  • Ti guardano passare da dentro i bar, e scuotono la testa
  • Non ti lasciano passare sulle strisce pedonali / inchiodano per farti passare
  • Apparentemente non recepiscono il concetto di “abbigliamento termico” e di “correndo ci si scalda” (“Vabbè ma esci con questo freddo?”)
  • Sbarrano gli occhi sentendoti parlare di distanze (di qualunque distanza)
  • Pensano che correre = fare una maratona. Però non sanno quant’è lunga, una maratona
  • Danno per scontato che tutti i runner in un raggio di 40 km si conoscano
  • Hanno sempre un cugino, un fratello, un amico che corre e stranamente non è ancora andato alle Olimpiadi, visti i tempi che fa
  • Ti dicono “ma non starai dimagrendo un po’ troppo?” E poi si controllano furtivamente la panzella (se sono uomini)
  • Ti dicono “Ma come sei dimagrita” (se sono donne che ti vogliono veramente bene)
  • Non ti dicono niente, ma eseguono in dieci secondi un’analisi della massa grassa e della massa magra sull’intera superficie del tuo corpo. E non sono soddisfatte del risultato (se sono tutte le altre donne)
  • Si fanno scoppiare le vene dal collo dalla rabbia quando il traffico viene deviato a causa di una corsa
  • Sentono di doversi giustificare, e hanno sempre una scusa pronta (il cane, il gatto, il mal di testa, la fidanzata che rompe, il lavoro, l’asfalto che è troppo duro, la terra battuta che è troppo battuta), o qualche anomalia ortopedica da circo dei Freak. Non si rendono conto che le endorfine fanno passare il mal di testa, e che un sacco di gente corre malgrado i problemi alle ginocchia, ai piedi o alle caviglie
  • Non capiscono perché a volte ci spunti un sorriso mentre facciamo così fatica
  • Non vogliono capire che alcuni di noi sono e saranno sempre runner implacabilmente mediocri, senza un talento particolare; la corsa non ricambia la nostra passione come vorremmo, e a volte sembra prenderci gusto a tormentarci. Eppure la amiamo lo stesso, ogni passo, ogni km
  • Noi Siamo Quelli Che Corrono: da un mese o da dieci anni, 10 o 100 km alla settimana, 45 kg di eleganza e scarpe A2 o 100 kg di ginocchia che gracchiano e scarpacce da discount, 10 maratone alle spalle in meno di 3h oppure il moribondo che non riusciamo ad ammazzare, triatleti ai quali nemmeno correre basta più o principianti timidi da che-differenza-c’è-tra-pronare-e-supinare, sul tappeto o nel fango
  • Noi Siamo Quelli Che Corrono: ci riconosciamo a vista, e ci salutiamo (quasi sempre), perché siamo membri della stessa famiglia
  • Noi Siamo Quelli Che Corrono: e sappiamo che cosa diamine è il test del moribondo
  • Noi Siamo Quelli Che Corrono: e conosciamo un segreto che voi / chiusi dentro i bar a scuotere la testa / voi che non capite la pioggia / voi che fa sempre troppo freddo o troppo caldo / voi che non sapete quanti respiri fanno un km… non conoscerete mai