domenica 9 dicembre 2012

I popcorn di Charlot e di RoboCop a confronto


È quasi un rito: coda alla biglietteria seguita da un'altra per acquistare qualcosa da mettere sotto i denti durante la visione. E se non è bibita e popcorn, che film è? Ci si potrebbe quasi fare uno studio scientifico per dimostrare che aiutano a concentrarsi sulla trama del film. Il problema è che spesso non ci si concentra allo stesso modo sulla quantità di volte che si affonda la mano nell'enorme contenitore.
La storia del piccolo chicco di mais scoppiato parte da lontano; furono le tribù autoctone d'America a scoprire questa varietà di mais con la buccia impermeabile e resistente, i cui chicchi scoppiavano quando venivano messi sulla brace. È proprio la buccia impermeabile responsabile della piccola deflagrazione, non consentendo all'umidità di uscire in seguito all'aumento di temperatura e pressione.

Il mais (Zea mays, noto anche come granoturco) è un alimento straordinario. Il chicco, o cariosside, è ricco di fibra e carboidrati complessi (amidi), con l'8-10% di proteine e solo il 4% di grassi che, dalla lontana America, si inserirebbe perfettamente in una moderna dieta mediterranea. È naturalmente privo di glutine, quindi adatto all'alimentazione dei celiaci.

Il suo nome deriva da Zea Francisco Antonio, naturalista e uomo politico, direttore del Giardino botanico di Madrid e titolare della cattedra di Botanica nel 1805.

Ne esistono diverse varietà, usate per scopi diversi: il dentato è usato per l'alimentazione degli animali, il vitreo per produrre la farina gialla, mentre per preparare i popcorn si usa il perlino.

Della spiga (l'infiorescenza femminile che porta le cariossidi, impropriamente chiamata pannocchia) non si buttava via niente: persino le bratee che la ricoprono erano utilizzate per fare materassi.
Ma i popcorn non sono più gli stessi di quelli serviti all'epoca dei film muti e Charlot storcerebbe il naso assaggiando quelli di RoboCop; anche i chicchi dorati infatti si sono evoluti insieme all'industria cinematografica secondo un adattamento parallelo ai gusti del mercato: la gratificazione deve essere immediata, facile, intensa; così i popcorn diventano sempre più grassi, salati, calorici e… tanti.

Tutto conservando l'immagine di alimento sano. In fondo è mais, ricco di vitamine e sali minerali, preziosi per noi quanto per gli aztechi.

Questa trasformazione, dal mais scoppiato degli aztechi al popcorn bomba, è avvenuta aggiungendo qualche semplice ingrediente: sale, olio o burro. E dato che l'olio extravergine di oliva ha l'inconveniente di essere costoso e di rendere unto il prodotto, si usano olio di cocco o di palma, molto ricchi di grassi saturi. A volte, nell'olio fornito insieme alle attrezzature per i cinema, vi può essere l'aggiunta di beta-carotene per rendere il prodotto dorato.

Anche i sacchetti di mais per microonde non sono molto meglio dal punto di vista qualitativo; l'unico vantaggio è che possiamo gestirne la quantità, mentre al cinema la mano continua ad andare dal contenitore alla bocca, senza che si abbia realmente fame. Si chiama effetto razione: la quantità che ci serviamo è quella che ci sentiamo invitati a mangiare.
Quindi non ci dobbiamo certo negare un piacere, solo bisogna fare attenzione alla quantità; magari, la porzione del cinema la possiamo dividere in tre.

Un piccolo consiglio se li preparate a casa: usate una pentola coperta con un filo di olio e, non appena i chicchi iniziano a scoppiare liberando l'amido bianco, lasciate uscire il vapore in modo che il risultato sia fragrante e non gommoso e immangiabile.
Ai tempi di RoboCop, la sfida è ancora quella di riuscire a immaginare un vagabondo con delle grosse scarpe e una piccola bombetta come un gentiluomo di alta classe, povero e maldestro ma buffo e di buon cuore.

Per approfondimenti:
(Articolo scritto per La Scuola di Ancel)

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