Una ricerca americana (pubblicata quest'anno sull'America Journal of Clinical Nutrition) ha dimostrato che proporre alimenti insipidi ai neonati riduce la voglia di salato da grandi.
L'imprinting del gusto risale ai primi mesi di vita ed è quindi molto importante ritardare il più possibile l'introduzione dei cibi salati ed educare i bambini molto piccoli a mangiare alimenti con poco sodio, per evitare che il desiderio di aggiungere sale diventi una consuetudine difficile da modificare.
Purtroppo l'industria non ci viene in aiuto proponendo spesso pappe con un contenuto di sale elevato; questo non fa altro che alimentare la passione per i cibi salati fin da piccoli influenzando le scelte future. E cibo salato vuol dire cibo industriale, cibo confezionato.
Negli ultimi mesi il dibattito su questo argomento si è fatto sempre più rovente, con studi che spesso hanno risultati diametralmente opposti e, come sempre accade in queste situazioni, il messaggio che arriva ai consumatori risulta confuso.
Dietro tutto questo, soprattutto negli Stati Uniti, ci sono anche (ma non solo) le grosse industrie alimentari che negli anni hanno aumetato, insieme alle dimensioni delle porzioni, ai grassi e agli zuccheri, anche la quantità di sale nei cibi preconfezionati per conferire "sapore" agli alimenti. L'esito è un danneggiamento diretto o indiretto della salute dei consumatori di tutte le età: infatti un piatto più salato spinge a bere di più e quindi aumenta il consumo di bevande gasate e zuccherate. Vero è che il sodio è indispensabile alla vita, e ciò spiega anche l'atavica passione dell'uomo per il gusto salato, ma quando è troppo può arrecare danni molto gravi al sistema cardicircolatorio. Non serve aggiungerlo in quanto il sale di cui abbiamo bisogno è largamente presente nel cibo buono e naturale.
Quindi, W le pappine insipide! E quando assaggiamo, non basiamoci sul nostro senso del gusto, magari abituato (o ancor peggio assuefatto) al sapido, ma immaginiamo di riempire di sapori una lavagna bianca...meno cose ci scriviamo ora, più gusti potranno essere apprezzati in futuro dal nostro bambino.
(Articolo pubblicato sul N°2 del Giornale della Valcamonica)
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