Massima indecisione: “La fabbrica di cioccolato” del 2005 di Tim Burton o “Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato” del 1971 di Mel Stuart? Così tra i due litiganti ha vinto il libro, la cui prima edizione originale risale al 1964.
La storia la sanno un po’ tutti. Anche io la conoscevo, avendo visto il film, quello del ’71, innumerevoli volte. Ma come sempre un libro fa vedere qualcosa in più. Ad esempio ho scoperto che Roald Dahl era altissimo, quasi un gigante e che vicino al suo collegio sorgeva una fabbrica di cioccolato che “usava” gli alunni come assaggiatori. Anni dopo Roald Dahl diventa Charlie Bucket, il bambino protagonista della storia.
Poi ho scoperto che esiste un Roald Dahl Museum poco fuori Londra (a Great Missenden dove l’autore è vissuto) e una Roald Dahl Foundation, sostenuta dal 10% dei diritti d’autore, che si occupa di iniziative benefiche a favore dei bambini.
La storia ruota intorno al pancino vuoto di Charlie, che desidera al di là di qualsiasi altra cosa il CIOCCOLATO. Una sospiratissima tavoletta di CIOCCOCREMOLATO DELIZIA WONKA AL TRIPLOSUPERGUSTO era il suo unico regalo di compleanno, quanto ci si poteva permettere con lo stipendio da avvitatore di tubetti di dentifricio di suo padre; per il resto i pasti in casa Bucket erano costituiti da pane e margarina a colazione, patate lesse e cavolo a pranzo e zuppa di cavolo a cena. Razione doppia la domenica.
Adoro Nonno Joe, secondo me è il vero eroe del romanzo, colui che alimenta i sogni del bambino e che lo accompagnerà nel viaggio fantastico all’interno della fabbrica. Tra tutte le stanze davanti a cui sfrecciano i nostri bizzarri personaggi mi ha fatto ridere ancora il magazzino numero 71: SELLE DI TUTTE LE FORME E LE MISURE … per montare la panna, naturalmente; la panna non può essere montata a dovere senza una sella! Sarebbe come un uovo in camicia che se ne va in giro in canottiera.
E’ un libro per ragazzi, con una morale semplice e chiara: la bontà, quella d’animo intendo, viene ricompensata. Sempre.
Ah … Le tavolette di cioccolato Wonka esistono: si tratta di un marchio di dolciumi (The Willy Wonka Candy Company) ora di proprietà della Nestlé. Toglie un pò di poesia, è vero … ma la favola resta.
(Articolo scritto per La Scuola di Ancel)
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